sabato 6 dicembre 2014

Monte Baldo. Cima Telegrafo . Una notte al rifugio Barana per godere dell'alba di un nuovo giorno.



“NUTRE LA MENTE SOLTANTO CIO’ CHE RALLEGRA”


“Nutre la mente soltanto  ciò che rallegra” scrive Agostino nel XIII secolo nel libro de “Le Confessioni”
dedicato al soffio ravvivante chiamato "SPIRITO".Ogni persona,  indipendentemente dal lavoro che esercita,  è  impegnata nella sua personale  ricerca  di conoscenza.  Emanuel Kant mette  in risalto  quanto l’uomo cerchi sempre di spingersi al di là delle proprie possibilità, desiderio che è insito nel suo stesso intelletto.
La conoscenza viene dalle nostre  esperienze. Sperimentiamo ciò che ci dà gioia e ci  attrae in modo  naturale, ovvero siamo  attratti dalle “cose” che sono vicine al nostro spirito.








In montagna ,attraverso l’esperienza fisica del camminare si possono fare esperienze

significative dal punto di vista spirituale:




Il silenzio dei luoghi di montagna, l’altitudine, la lontananza dai luoghi antropizzati, la bellezza della natura

incontaminata,sono tutti elementi che portano ad un distacco dalla realtà,dal quotidiano,che rendono

più profonda la dimensione emozionale.
 



Cito Messner:
“La montagna ci regala la sensazione del divino, di un oltre che rimane inaccessibile all’uomo .”E’ come una poesia che esercita un fascino irresistibile su di noi, ponendoci domande su noi stessi, sul nostro rapporto col mondo. Fra le suggestioni del libro c’è il voler cogliere la relazione fra uomo e natura , tra cultura e natura, ispirando interesse per la montagna. Gli stessi nessi che cerca di svelare Eugenio Turri , grandissimo geografo e fotografo veronese, nei suoi libri, che sono racconti di viaggio, reportage e raccolte di fotografie da lui scattate,con una sensibilità e una capacità narrativa eccezionali.“Qual è il nostro segreto, la nostra speranza, la luce che ci da la forza dentro quel grande sfascio che è il mondo e la vita? La luce, una flebile luce – è l’aver vissuto con animo aperto alla comprensione delle cose,con lucida coscienza dei processi che lentissimamente modificano le montagne e i paesaggi , le condizioni stesse delle società umane,costantemente ponendoci,noi figli dell’effimero,dentro il precipizio del tempo.” Il paesaggio, come scriveva Turri,è la proiezione del nostro Heimat, termine tedesco che significa casa, nel senso di luogo di appartenenza. Perciò la tutela e il rispetto del paesaggio dovrebbero appartenere alla coscienza individuale e collettiva.Non servono parole,solo “La lieve carezza di uno sguardo verso il maggiore dei doni che ci sono stati dati sulla terra,che deve essere amato e rispettato come bene sacro”.


LA VITA E’ UN VIAGGIO E IL VIAGGIO E’ METAFORA DELLA VITA.


Testo di Gabriella Cecchini.



Caspar David Friedrich : Viandante sul mare di nebbia