“NUTRE LA MENTE SOLTANTO CIO’ CHE
RALLEGRA”
“Nutre la mente soltanto ciò che rallegra” scrive Agostino nel XIII
secolo nel libro de “Le Confessioni”
dedicato al soffio ravvivante
chiamato "SPIRITO".Ogni persona, indipendentemente dal lavoro che esercita, è impegnata nella sua personale ricerca di conoscenza. Emanuel Kant mette in risalto
quanto l’uomo cerchi sempre di spingersi al di là delle proprie possibilità, desiderio che è insito nel suo stesso intelletto.
La conoscenza viene dalle
nostre esperienze. Sperimentiamo ciò che
ci dà gioia e ci attrae in modo naturale, ovvero siamo
attratti dalle “cose” che sono
vicine al nostro spirito.
In montagna ,attraverso
l’esperienza fisica del camminare si possono fare esperienze
significative dal punto di vista spirituale:
incontaminata,sono tutti
elementi che portano ad un distacco dalla realtà,dal quotidiano,che rendono
più profonda la dimensione
emozionale.
Cito Messner:
“La
montagna ci regala la
sensazione del divino, di un oltre che rimane inaccessibile all’uomo
.”E’ come una poesia che esercita
un fascino irresistibile su di noi, ponendoci domande su noi stessi, sul
nostro rapporto col mondo. Fra le suggestioni del libro c’è
il voler cogliere la relazione fra uomo e natura , tra cultura e natura,
ispirando interesse per la montagna. Gli stessi nessi che cerca di
svelare Eugenio Turri , grandissimo geografo e fotografo veronese, nei
suoi libri, che sono racconti di viaggio,
reportage e raccolte di fotografie da lui scattate,con una sensibilità e
una capacità narrativa eccezionali.“Qual è il nostro segreto, la
nostra speranza, la luce che ci da la forza dentro quel grande sfascio
che è il mondo e la vita? La luce, una
flebile luce – è l’aver vissuto con animo aperto alla comprensione delle
cose,con lucida coscienza dei processi
che lentissimamente modificano
le
montagne e i paesaggi , le condizioni stesse delle società
umane,costantemente ponendoci,noi figli dell’effimero,dentro il
precipizio del tempo.” Il paesaggio, come scriveva Turri,è la proiezione
del nostro Heimat, termine tedesco che significa casa, nel senso di
luogo di appartenenza.
Perciò la tutela e il rispetto del paesaggio dovrebbero appartenere alla
coscienza individuale e
collettiva.Non servono parole,solo “La lieve carezza di uno sguardo
verso il maggiore dei doni che ci sono stati dati sulla terra,che deve
essere amato e rispettato come bene
sacro”.
Testo di Gabriella Cecchini.
LA VITA E’ UN VIAGGIO E IL
VIAGGIO E’ METAFORA DELLA VITA.
Testo di Gabriella Cecchini.
Caspar David Friedrich : Viandante sul mare di nebbia
Belli come il sorgere del sole ....appunto !
RispondiEliminaBravo coraz ! eloquente risposta a chi ci chiede cos'è che ci spinge a faticare per salire in cima ad una montagna
RispondiEliminaÈ stata dura, ma n'è valsa la pena....grande alba in compagnia di grandi Uomini. Grazie
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